La liberazione dell’essere umano avviene per mezzo dell’atto d’amore – N. Keppe

… CHE LO LIBERA DALLA SCHIAVITÙ DELLA FANTASIA (PSICOPATOLOGIA)

Liberazione è l’atto d’amore e il contatto con la verità; nessuno è libero nel vivere la fantasia e l’immaginazione, ma lo è nel vivere la realtà. Nel frattempo è necessario distinguere la vera dalla falsa realtà, poiché le istituzioni sociali sono generalmente la deturpazione e la negazione del reale, forgiate dai gruppi più esperti nello sfruttamento del prossimo.

La liberazione potrà esserci solamente con il sentimento (amore), che è l’azione di entrare in contatto con la propria realtà.

Soffriamo le amarezze della più terribile prigione, nel voler incarcerare la vita psichica dentro il campo limitatissimo dell’immaginazione e della fantasia; patiamo come Prometeo che, attaccato alla roccia, sognava di librarsi nello spazio libero davanti a lui; come prigionieri di Platone, guardiamo speranzosi la luce che si spande fuori della caverna, aspettando la nostra decisione di arrivare là.

L’amore è il centro di tutta la vita; esso è la stessa esistenza – tutto parte da esso poiché esso è bontà e la bontà si diffonde da sé. L’amore è la base e il fondamento di tutto ciò che esiste.

L’amore è identico alla verità: è uno solo che si diffonde a tutti gli altri settori. L’amore è l’origine della vita, e anche il suo fine; tutto quello che esiste proviene da esso che, come un’enorme calamita, attrae tutta l’umanità.

Per questo motivo, non c’è alcuna persona immune dall’amore; ciò che esiste realmente è l’individuo che lo accetta di più; colui che lo rifiuta completamente lo chiameremo malato mentale, cioè colui che più cerca di negare l’innegabile. L’amore è il grande, eterno immutabile bene; solamente esso riesce a darci la pace che tanto ci manca.

Non possiamo odiare se non ciò che amiamo, poiché è solamente nel notare l’opposizione che esercitiamo verso di esso che riusciremo ad avere la certezza di quanto lo accettiamo. La coscienza del rifiuto (negazione) della verità è la percezione della grande adorazione verso di essa.

Collochiamo nel vincolo affettivo la sofferenza che sentiamo nel negarlo. In questo modo passiamo la vita lontani da ciò che ci fornisce la felicità.

L’amore non può essere contenuto in certi limiti (nel tentativo vano di evitare che sia dannoso per la persona); esso si espande naturalmente, sia che lo accettiamo o no.

Esso, se praticato, ci mostra che stiamo già vivendo la piena eternità, poiché è il definitivo che caratterizza il realmente umano; è la vita psichica nella sua interezza; è l’essere umano nella sua integrità.

D’altra parte, sulla verità e l’amore non c’è molto da scrivere, perché essi sono l’unico reale esistente; pertanto non sono spiegabili e non hanno bisogno di comprensione; per chiarirne la conoscenza, neppure tutti i trattati, i libri e le carte che tutto l’universo possa fabbricare saranno sufficienti, poiché non sarà mai conoscibile a chicchessia: si può solamente sentire per viverlo.