Privandosi dell’eterno, l’essere umano è caduto nel tempo e nello spazio – Norberto Keppe

Se il tempo e lo spazio non esistono per Dio, sono una “creazione” dell’essere umano, costituendo un rifiuto di ciò che è eterno – un processo d’inversione – posso dire che si tratta di un ristagno del perenne. Con tutta certezza un’illusione, qualcosa non esistente di per sé, ma piuttosto una privazione di ciò che esiste realmente. Il tempo costituisce un’interruzione di ciò che è definitivo, così come l’errore e il vizio; per questa ragione possiamo dire che esistiamo veramente solo nell’eterno, essendo il contingente un annullamento della vita: per questo motivo l’uomo si ammala, invecchia e muore – poiché tenta di fermare tutto, o meglio, di estinguere la perennità.

È difficile pensare che il tempo e lo spazio costituiscano una privazione dell’eterno, perché danno l’impressione di qualcosa che si muove costantemente, ma in verità diventarono un elemento potenziale con il fine di distruggere l’atto (puro) continuamente – e la privazione dell’atto interruppe l’eterno. In questo caso, posso dire che il tempo e lo spazio sono un’omissione dell’esistenza. E come l’essere umano potrebbe percepire qualcosa che sta al di sopra della sua conoscenza?

Il tempo è la privazione della vera vita, il grande impedimento che poniamo tra noi e l’esistenza reale – ma che potremo annullare in parte, tornando ad accettare integralmente l’essere: l’amore, la ragione e la bellezza: questo è il cammino.

–         Sembra che io non stia in contatto con la vita.

–         – Sembra che lei non dia importanza alla solidità, all’eterno – e così si colloca fuori della vita.

–         – Ma come?

–         – Se lei fa qualcosa solo d’immanente, non fa neppure il 10% di quello che esiste nella sua vera realtà, che è trascendente. Chi non si cura del più, non si cura del meno.

Lo spazio e il tempo impediscono la conoscenza, e tutto quello che accade al loro interno si avvia verso la distruzione – il che dimostra che il movimento (esterno) è l’elemento più distruttivo; a prima vista sembra che il movimento fornisca la vita, ma in realtà esso è l’esaurimento di tutto. Se non ci fosse movimento non ci sarebbe alcun tipo di distruzione, ciò che la fisica denomina entropia.

–         La cosa peggiore che sentivo durante la crisi psicotica è stata la perdita del contatto con Dio

–         – O è caduto in crisi proprio perché aveva perso il contatto con Dio.

Quando l’essere umano si slega dall’energia divina piomba nel vuoto psicologico, motivo per il quale non presenta più idee corrette, emozione d’amore e una condotta plausibile. Dobbiamo ammettere che passiamo dall’esistenza reale a un’altra irreale, motivo per il quale ci ammaliamo, invecchiamo e moriamo; se stiamo in qualcosa di artificiale è logico che automaticamente arriveremo a una fine.

“Terra, il Pianeta Illusorio” – Norberto Keppe.